
Marco Tirelli nasce nel 1956 a Roma, dove vive e lavora.
Cresce all’interno dell’Istituto Svizzero, dove lavorava il padre, e lì frequenta artisti e studiosi che contribuiscono alla sua formazione culturale, in un clima di scambio e di dialogo internazionale.
Ancora molto giovane conosce Alighiero Boetti, del quale rimarrà amico per tutta la vita, attraverso il quale comincia a frequentare il mondo dell’arte. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma, nel corso di scenografia di Toti Scialoja.
Comincia a esporre già nella seconda metà degli anni Settanta. Alla fine degli anni Settanta si trasferisce negli spazi dell’ex Pastificio Cerere a San Lorenzo, insieme agli artisti della cosiddetta Nuova Scuola Romana. La sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia è del 1982, nella sezione Aperto 82 con una sala personale.
Negli anni si susseguono numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero e importanti partecipazioni a Biennali internazionali. Tra le collaborazioni con altri artisti è da citare quella con Sol LeWitt, nella mostra all’American Academy di Roma, all’inizio degli anni Novanta, in cui una grande installazione di disegni dialogavano con alcuni wall drawings dell’artista statunitense.
Tirelli è anche scultore: è del 2009 la realizzazione di grandi sculture in bronzo per la Collezione Gori nella Fattoria di Celle e del 2013 la grandissima installazione, composta da centinaia tra disegni e sculture, realizzata per il Padiglione Italia curato da Bartolomeo Pietromarchi alla LV Biennale di Venezia.
Le sue opere sono parte delle collezioni di alcuni dei più rilevanti Musei ed Istituzioni nazionali ed internazionali ove ha anche esposto: nel 2018 realizza per il MAXXI di Roma l’opera “Proteo”, esposta nella collezione permanente.