
Valentina De Martini è nata a Roma dove vive e lavora. Diplomata allo IED in Disegno di Moda e Gioiello, si specializza a Londra alla Leonard Pardon’s School of Decoration, dove studia e approfondisce le arti decorative, lavorando per alcuni anni come decoratrice d’interni.
Nel 2002 lascia la decorazione per dedicarsi esclusivamente alla sua ricerca artistica. Negli anni ha esposto in numerose gallerie in Italia ed all’estero. “Sono diventata pittrice perché ho sempre amato i colori, l’armonia che può nascere dal loro incontro, le linee e le forme, ricercando nella bellezza quell’equilibrio che spesso manca nella vita…
Alcuni anni fa ho iniziato a lavorare sugli animali. Ho iniziato con un elefante enorme, un elefante rosa su un fondo verde petrolio. È stato un lavoro lunghissimo, dedicato, una sorta di prolungata meditazione, come se stessi creando un mandala, che giorno dopo giorno mi riconducesse al centro. Da lì poi sono apparsi, come visitatori di un sogno, tutti gli altri. Rivestiti di colori puri e vibranti questi animali mi sembravano essere più potenti, come se allontanandomi dal “naturalismo” in qualche modo potessi coglierne la loro essenza più profonda.”
Valentina De Martini si serve dell’’intero cerchio cromatico, delle sue tonalità più pure e luminose, per fissare sulla tela ed amplificare le forme dei suoi animali “quasi fantastici”. Animali che sono ritratti con una cura ed un amore certosini, vivi e presenti eppure lontani, separati dal nostro mondo da quelle tonalità forti, acide, dagli sfondi piatti senza aria. L’elefante rosa, la tigre azzurra, il cervo viola, diventano idoli di un tempio immaginario in uno spazio altro, senza tempo.
Animali senza mondo, bloccati in rettangoli di colore assoluto, che potenziano così la loro essenza spirituale rispetto a quella istintuale, spiazzandoci e lanciandoci interrogativi.
Il flusso costante degli eventi atmosferici può essere riferito altresì al flusso del processo mentale, al pensiero, al sogno. Delfina nei suoi dipinti regala una sensazione di indefinitezza propria dell’immagine onirica che lascia allo spettatore la libertà di visione di ciò che è rappresentato sulla tela, una sensazione di illusione nella quale i diversi punti di vista dello stesso soggetto e i differenti momenti offrono realtà assai diverse da quelle direttamente percepibili.